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Da questa mattina il tratto di strada compreso tra via Fratelli Ruffini e via Grattoni (già via Guicciardini) è stata intitolata al generale Guido Amoretti, a due passi dal museo “Pietro Micca e dell’Assedio francese del 1706” che lui stesso aveva fondato nel 1961 e diresse fino alla sua scomparsa nel 2008, e che aveva reso “vivente” dando vita all’Associazione del Gruppo storico Pietro Micca.
Nella sede del Circolo Ufficiali che ha ospitato la cerimonia, prima dello scoprimento della targa, molte le persone che lo hanno ricordato in una sala di Rappresentanza gremita, con gli immancabili figuranti del Gruppo storico, labari di associazioni combattentistiche e d’arma e di gruppi storico.
Il vicepresidente vicario del Consiglio Comunale, Domenico Garcea, ha sottolineato come la commissione Toponomastica abbia fortemente voluto questa l’intitolazione a Guido Amoretti che, per gli amanti della storia è semplicemente “Il Generale”. Ripercorrendone la biografia (era nato a Torino nel 1920) ha rimarcato come sia stato simbolo di piemontesità ed esempio di come una persona possa dedicare una buona parte della propria vita allo studio della sua terra e delle vicende legate ad essa. In particolare ha ricordato l’evento più importante, il ritrovamento del luogo in cui Pietro Micca morì, in una galleria sotterranea, fece brillare la mina nei pressi della porta ferrata che gli assalitori francesi stavano cercando di abbattere per penetrare nel sistema sotterraneo di gallerie che portava nel cuore della cittadella.
In rappresentanza della Città, l’assessore con delega alla Toponomastica, Francesco Tresso, ha sottolineato come la cerimonia odierna rappresenti una sorta di ringraziamento a Guido Amoretti per tutto ciò che egli ha dato alla città, evidenziando come dai racconti di chi lo ha conosciuto emerga una figura eccezionale, curiosa e pratica con la passione per la conoscenza delle nostre radici e dei nostri valori, una conoscenza del nostro passato che ci proietta al futuro e che diventa stimolo per le nuove generazioni.
Nel corso della cerimonia sono intervenuti i figli del generale, Carla e Oreste. “E’ Una gioia condividere questo momento con tante persone, un traguardo per mio padre”, è quanto ha espresso la figlia, lei che ha accompagnato il padre negli ultimi anni del suo percorso e ha curato la sua eredità mentre il fratello gli è stato vicino nei primi passi, sia nella scoperta della scala sotterranea di Pietro Micca, sia nella costruzione del Gruppo storico.
“Mi ha colpito la curiosità di Guido Amoretti, una curiosità virtuosa che va trasferita alle nuove generazioni” ha affermato Riccardo Rossotto.
Ambrogio Zaffaroni, attuale direttore del museo Pietro Micca si è definito direttore di una grande intuizione del generale Amoretti, condivisa con affetto e convinzione da istituzioni civili e militari, oggi come allora, vale a dire rendere fruibile alla cittadinanza quell’enorme patrimonio ipogeo, un patrimonio unico in Italia e in Europa, mentre Stefano Benedetto, direttore dell’Archivio di Stato, ha annunciato che presto sarà consultabile l’archivio personale e familiare del generale Amoretti, donato dalla famiglia, essendone stato riconosciuto il valore storico. Il comandante della Scuola Ufficiali dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Antonello Vespaziani, ne ha ripercorso la carriera militare, ricordando come Amoretti fece parte di quei 650 mila militari che, durante la seconda Guerra Mondiale non aderì alla repubblica di Salò.
Cristina Savio, in qualità di presidente, ha portato il saluto della Circoscrizione 1
F.D’A. – Ufficio stampa Consiglio comunale
Pagina aggiornata il 29/11/2024